lunedì 4 dicembre 2006

Il processo di pace a un bivio

Arrestati i presunti autori del robo de las pistolas.

La polizia francese ha arrestato nei pressi di Tolosa, in Francia, i presunti autori del furto di oltre 350 armi da fuoco, avvenuto a Nimes lo scorso ottobre. Le detenzioni di tre presunti etarras sono avvenute mercoledì 29 novembre, in un’operazione svolta in stretto contatto, e su indicazione, delle forze di polizia spagnole.
Altri tre etarras sono stati arrestati domenica nel corso di una altra operazione del tutto distinta dalla prima.

Il robo de las pistolas ha costituito un macigno posto dall’Eta sulla strada del difficile tentativo negoziale intrapreso dal governo spagnolo. Una evidente contraddizione dei paletti posti dal governo per arrivare a un dialogo diretto, ossia la cessazione di ogni attività militare in un periodo congruo a verificare la disponibilità al dialogo fatta con la dichiarazione del cessate il fuoco permanente, annunciata dall’organizzazione terrorista il 22 marzo scorso.

Cessazione non solo degli attentati dinamitardi – non avvengono omicidi da tre anni e mezzo – ma anche delle azioni di autofinanziamento, le rapine e l’imposizione della “imposta rivoluzionaria”, e militari in genere, come l’approvvigionamento di armi e esplosivi.
Una contraddizione che si aggiunge a altre, come la ripresa della kale borroka, la lotta di strada, con gli assalti a bancomat, edifici pubblici, sedi di partito e case del popolo.
Ma il robo de las pistolas è stato un chiaro segnale al governo che l’Eta è disposta a rompere la tregua indefinita e il tentativo di impostare un negoziato, non essendo evidentemente le pistole che mancano all’organizzazione.
L’Eta attribuisce al governo il rallentamento del processo, perché non farebbe passi che insinua sarebbero anche stati concordati in riunioni segrete. In particolare, nell’ultimo Zutabe dell’Eta, come vengono chiamati i comunicati periodici dell’organizzazione, emesso lo stesso giorno degli arresti, il riacutizzarsi della kale borroka viene segnalato come conseguenza della mancata interruzione dell’attività giudiziaria e repressiva in atto nei confronti della sinistra abertzale – l’estrema sinistra nazionalista rappresentata dal partito Batsuna, reso illegale perché ritenuto braccio politico dell’Eta.

Il principale punto debole di questo tentativo di impostare una soluzione negoziata risiede probabilmente nella divisione dei partiti democratici, con la decisa contrarietà del Partido popular che accusa il governo di resa di fronte al terrorismo e di indebolimento della lotta antiterrorista.
Il governo viene accusato contemporaneamente dal Partido popular – e da una parte della stampa - di fare concessioni ai terroristi e, dai terroristi, di mettere in pericolo il processo perché non ne fa.
La reazione al robo da parte del governo è stata prima verbale, con la conferma che finché la tregua non sarà rispettata non si aprirà nessun negoziato e che nessuna concessione verrà fatta previamente all’apertura della trattativa diretta, poi poliziesca.
Il governo ha voluto lanciare il messaggio che non solo è in grado di riattivare le operazioni di polizia in qualsiasi momento ma anche che non ha abbassato la guardia, che l’organizzazione è controllata e infiltrata - gli arrestati erano da mesi controllati dagli investigatori: una vera prova di forza nei confronti dell’Eta, della quale l’operazione ha di passaggio smantellato parte della struttura logistica in Francia scampata agli altri duri colpi inferti di recente dalle operazioni congiunte franco-spagnole.
Un messaggio rivolto sia all’Eta che ai critici del processo, a smentire le tesi secondo le quali l’Eta starebbe approfittando della diminuita pressione poliziesca per riorganizzarsi, testimoniando come il controllo delle forze di sicurezza sia sempre alto, dato che.
Ma le operazioni di polizia lancia anche un altro messaggio alla banda: che il governo è disposto a rompere.

Si tratta di una decisa inversione di tendenza dopo che le posizioni ufficiali, pur ammettendo il sostanziale stallo in atto, hanno sempre confermato l’intenzione del governo di tenere in piedi il tentativo, malgrado le difficoltà.
I detrattori di Zapatero potranno ora dire che è tanto incapace da non sapere neanche arrendersi all’Eta.
Ma non c’è molto da scherzare perché il tentativo di impostare un dialogo diretto si trova davanti al suo primo bivio. Rompere o continuare.

(immagini: 1 - Goya, Kronos; 2, 3, 4 - Goya, Gli orrori della guerra)

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