domenica 11 febbraio 2007

De Juana superstar

Dopo un lungo periodo senza aggiornare riprendiamo una lettera di un ex carcerato etarra sul caso de juana, inviata alla radio Cadena Ser. «Non me ne frega un cazzo se muori», è il senso dell'intervento, sintetizzato allo stesso anonimo autore, che rammenta diversi motivi di repulsione personale e politica derivati dal comportamento passato di de Juana, sia come militante che come carcerato. Anche se in spagnolo è abbastanza comprensibile, la lettura è consigliata.

Il caso de Juana è la manna del giornalismo militante antigovernativo spagnolo.
Ma il colpaccio lo fanno gli inglesi (che, come sempre, parlano dell'Eta come gruppo indipendentista e non sia mai terrorista) con questa intervista del Time (versione inglese e spagnola) che fa tanto martire fin dal titolo: «Legato e macilento, assassino dell'Eta difende la pace dal suo letto di morte».

Le affermazioni di de Juana vanno invece in altra direzione: «Sono totalmente d'accordo col processo democratico di dialogo e negoziato per risolvere il conflitto politico tra Euskal Herria e gli stati spagnoli e francese».

Riaffermando l'esistenza di Euskal Herria, la nazione mitologica che comprenderebbe il Paese basco, la Navarra e i paesi baschi francesi e negando le uniche basi sulle quali il dialogo è possibile: cessazione della violenza, scioglimento dell'Eta, cessione delle armi, misure di reinserimento e avvicinamento di carcerato o ex carcerati dell'Eta e di rientro degli esuli o latitanti all'estero non colpevoli di fatti di sangue.

(fonte escolar.net)