venerdì 26 gennaio 2007

Il Caso Chaos

Il terrorista José Ignacio (Iñaki) De Juana Chaos resta in carcere.

La giustizia spagnola ha respinto la richiesta di concedere gli arresti domiciliari all'irriducibile dell'ETA che è in sciopero della fame dal 7 novembre, ha perso 37 chili e, secondo i medici che si preparano ad alimentarlo a forza, è in condizioni critiche.

Una vicenda complessa che ha spaccato la magistratura.
L’iniziativa di nove giudici dell’Audiencia Naciónal ha fatto sì che la decisione non venisse presa dal tribunale che aveva giudicato e condannato Chaos ma dalla Sala de lo Penal, composta da 17 magistrati, 14 dei quali hanno votato contro la concessione dei domiciliari.

Ma qual’è la storia di De Juana Chaos?
È quella di un ex poliziotto basco divenuto terrorista dell’Eta e condannato a oltre 2500 anni di carcere per 18 sanguinosi omicidi e altri gravi reati, la cui personalità è stata giudicata dai periti pericolosa e ossessiva.

Per il codice penale franchista del 1973, sulla base del quale avvenne il primo processo, il limite di pena era di 30 anni, divenuti 40 per reati di terrorismo con la riforma del ’95, vigente quando si tennero i successivi due. Periodo sul quale si calcolano sconti di pena e benefici.
In conformità alle leggi, dopo 18 anni di reclusione, Chaos aveva scontato il suo debito con la giustizia.

Alla vigilia della sua scarcerazione un’aspra campagna di stampa ha promosso una discutibile ricerca di escamotage legali che impedissero il suo ritorno alla libertà. Trovati in due sue articoli pubblicati sul quotidiano Gara nei quali, denunciando le condizioni dei membri dell’Eta in carcere, pronunciava quelle che sono state considerate minacce contro il personale carcerario. In un nuovo procedimento de Juana Chaos venne condannato a 12 anni in primo grado.

Assieme alla richiesta dei domiciliari, l’etarra ha iniziato lo sciopero della fame, in seguito al quale, viste le condizioni di salute, il pubblico ministero ne ha chiesto la concessione. Ma il voto dei giudici della Audiencia Naciónal ha interrotto questo percorso.

Questi i fatti: un terrorista assassino che ha saldato il suo debito con la giustizia e che è stato condannato nuovamente per un reato non materiale ma di opinione, non ancora in via definitiva; dei giudici che anziché affrontare in punto di legge la vicenda la politicizzano. Sullo sfondo, la guerra senza quartiere del Pp e dei media di destra al tentativo di dialogo tra governo e Eta, interrotto dopo la bomba di Barajas ma ancora presente, sottotraccia, nella società e nella politica spagnola.

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