martedì 16 gennaio 2007

Tra Zapatero e Rajoy nessuna distensione

Zapatero ha riferito alle Cortes sulla rottura del cessate il fuoco da parte dell’Eta.









Già di per sé si è trattato di evento irrituale: per la prima volta il presidente del governo viene chiamato a rendere conto davanti al parlamento della sua politica sul terrorismo - il che dà la misura della collaborazione istituzionale tra maggioranza e opposizione. In più, la giornata parlamentare ha sancito la definitiva rottura tra Pp e Psoe.

Nel suo intervento Zapatero ha espresso le condoglianze per le vittime; si è scusato per l’ottimismo manifestato nel discorso del 29 dicembre (stiamo meglio di un anno fa e tra un anno staremo meglio, disse a proposito del Processo di pace e il giorno dopo avvenne l’attentato); ha sottolineato di aver agito rispettando la legge e il mandato espressogli dal parlamento; ha dato all’Eta tutta la responsabilità della rottura del processo di pace; ha proposto un nuovo patto antiterriorismo, allargato a tutti i partiti democratici.
Qualche abilità oratoria, come la ripetizione quasi letterale di alcune frasi prese dal discorso di Aznar in occasione della rottura della tregua del ’98; qualche frecciatina al Pp che non ha dato il suo appoggio.
Non ha però detto gran che su quali basi poggerebbe un nuovo eventuale patto, anche se ha aperto esplicitamente al Pnv.

Dal canto suo Rajoy non ha recesso di un millimetro, anzi.
Nessuna trattativa con l’Eta è possibile; il governo è stato imprudente, frivolo, irresponsabile; quale affidabilità possono avere le proposte che vengono da Zapatero, le sue analisi? Poi ha messo nero su bianco ciò che il Pp aveva solo insinuato finora, ma che ha guidato il partito in questi mesi: «Se non compie quello che chiedono i terroristi, metteranno le bombe; se non ci sono bombe è perché ha ceduto».

Durante le repliche le accuse reciproche si sono fatte anche più dure e alla fine, malgrado l’appoggio di tutti gli altri gruppi alla politica del governo, la frattura resta intatta. Né la disponibilità di Rajoy a partecipare agli incontri nei quali verrà proposto il nuovo patto antiterrorista, inverte la corrente: sulle basi di questo scontro politico nessun accordo è possibile.

Quello che Zapatero non ha detto è che la lezione da trarre è che nessuna trattativa coll'Eta può essere iniziata in mancanza di un accordo tra i due maggiori partiti.
Avrebbe voluto dire delegittimare il percorso portato avanti finora, nella convinzione che il Pp si sarebbe prima o poi aggregato al processo: andare avanti, aspettando il momento.

Con l'Eta come interlocutore, questo non è possibile.

[foto (efe da El Mundo: 1) Mariano Rajoy; 2) J.L. Rodriguez Zapatero; 3) Acebes e Rajoy ascoltano Zapatero; 4) Zapatero ascolta Rajoy]

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