venerdì 24 novembre 2006

Gli Orientamenti morali degli obispos


L’Assemblea Plenaria della Conferenza episcopale spagnola (Cee) ha approvato l’Istruzione pastorale Orientamenti morali davanti all’attuale situazione di Spagna.
Il documento comprende un’introduzione, una conclusione e tre capitoli, Una situazione nuova: una forte ondata di laicismo; Responsabilità della Chiesa e dei cristiani; Discernimento e orientamento morale.
È in quest’ultimo capitolo che si analizzano le relazioni tra la Chiesa e la società, il terrorismo, i nazionalismi e le loro esigenze morali. Temi attesi per capire se il dialogo avviato tra Chiesa e esecutivo avrebbe portato la Cee a abbassare il livello della polemica verso il governo nella questione calda dell’assetto territoriale e del dialogo con l’Eta.
Il documento conferma il riferimento all’unità del Paese come bene morale (legato al rifiuto del processo di pace) ma non condanna i nazionalismi: «La Chiesa riconosce la legittimità delle posizioni nazionaliste, sempre che, come ogni giusto progetto politico, si riferiscano al bene comune di tutta la popolazione direttamente i indirettamente coinvolta».
Il testo afferma inoltre che: «l’unità storica e culturale di Spagna può essere manifestata e amministrata in differenti maniere. In questo la Chiesa si limita a raccomandare a tutti che pensino e agiscano con rettitudine [...] facendosi guidare da criteri di solidarietà e rispetto verso il bene altrui».
Nelle altre parti del testo non mancano richiami al «laicismo radicale e escludente» e critiche al «relativismo».
Nel testo inoltre si afferma che «una società giusta non può riconoscere esplicitamente né implicitamente una organizzazione terrorista come rappresentante politico legittimo di nessun settore della popolazione né come interlocutore politico».
Il documento, per quanto non ancora diffuso integralmente, non sembra portare nulla di nuovo. In particolare riguardo alle divisioni in seno alla Cee circa il dialogo con l’Eta e il rapporto con il governo sembra confermare posizioni della maggioranza “conservatrice” della Cee. Chi si aspettava svolte clamorose resta deluso, e non potrebbe essere altrimenti. Ma il testo va inscritto nel contesto tratteggiato dalle dichiarazioni del presidente Ricardo Blázquez (nella foto il primo da destra, poi i cardinale Cañizares e Amigo) sulla ricerca di forme di incontro col governo e dalla sua sostanziale apertura al processo di pace.
La conferma delle posizioni conservatrici rispetto a quelle aperturiste potrebbe rappresentare il dazio pagato alla parte “conservatrice” in cambio di una sostanziale accettazione della “linea Blázquez”. Ma questo si capirà solo col tempo.
(fonti: www.periodistadigital.com, www.conferenciaepiscopal.es)

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