sabato 24 marzo 2007

Scoppia la guerra tra il Pp e Prisa

Nessun rappresentante del Pp parteciperà a nessun titolo a trasmissioni televisive, radiofoniche o rilascerà dichiarazioni a giornalisti del Gruppo Prisa, le prenotazioni di spazi pubblicitari sui media del gruppo sono state tutte annullate.

Il Pp risponde così alle dichiarazioni ostili del dominus del gruppo, Jesús de Polanco.

Doveva capitare, prima o poi, che tra il Pp e la stampa scoppiasse la guerra.
La crispación, l'innalzamento continuo del livello di polemica e scontro politico, portata avanti dal Pp e da alcuni media spagnoli, è da tempo nel mirino di parte della stampa.

Anche testate non certo vicine al governo, come il conservatore-monarchico Abc, e numerosi commentatori politici di diverse tendenze, avevano espresso la loro contrarietà all'utilizzo di ogni tema, anche di estremamente delicati, come le stragi di Madrid del 2004 e la politica sul terrorismo, come strumenti dello scontro politico e per delegittimare il governo.

Com'era normale la battaglia si è accesa col Gruppo Prisa, che rappresenta la Spagna democratica che, dopo la transizione, ha fatto il suo ingresso in Europa.

È bastato che Jesús de Polanco, dominus del gruppo (una potenza editoriale del quale fa parte, tra l'altro, il quotidiano più venduto, El País, e la radio più ascoltata, Cadena Ser), durante un intervento alla Giunta generale degli azionisti, rispondendo alla domanda di un azionista, facesse esplicite critiche alla crispación, perché il Pp decidesse di dichiarare la guerra.

De Polanco ha detto che il gruppo cerca di essere neutrale ma che è difficile condividere l'azione politica di alcuni partiti, che si costruisce un clima guerracivilista, che si fanno manifestazioni che esaltano i simboli franchisti.

E ancora che «Il gruppo Prisa vorrebbe collaborare perché in Spagna ci fosse un partito di destra moderno, laico, con la voglia di conservare quello che c'è da conservare e trasformare quello che c'è da trasformare, lo appoggeremmo. È quello che ci manca. Già abbiamo un partito di sinistra assolutamente democratico, che funziona. Avrà avuto successi ed errori. Ma non abbiamo dall'altra parte un partito di destra del quale si possa dire: le alternanzne al potere non hanno altre conseguenze che il cambiamento del gruppo dirigente. Non con quello che sembra stiano preparando: che se questi signori recuperano il potere lo faranno con una voglia di vendetta che a me, personalmente, dà molta paura».

Certo, ci è andato giù duro, ma non ha detto nulla che non sia condiviso da molti, in Spagna, anche se non possiedono il più grande gruppo editoriale del Paese. Altri passaggi li trovate qui.

La furia del Pp ha suscitato le prime dure critiche, Anche Reporteros sin fronteras, la sezione spagnola di Rsf, ha emesso un comunicato che condanna il «ricatto» del Pp. Mentre la Giunta direttiva dell'Associazione della Stampa di Madrid (Apm) ha chiesto ai partiti «Che in nessun caso limitino l'accesso dei giornalisti all'informazione».

[foto: Il presidente del Grupo PRISA, Jesús de Polanco, durante la Junta General de Accionistas. (c) Uly Martín/El País]

Nessun commento: